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La sentenza-957-del-2009-tribunale-trapani evidenzia non solo la presenza e l’operatività di Cosa Nostra nel trapanese, ma anche la capacità dell’organizzazione mafiosa di rigenerarsi costantemente nonostante l’incessante azione di contrasto dello Stato e ricostruisce diverse vicende di speculazione edilizia e corruzione.
La sentenza del Tribunale di Trapani veniva sostanzialmente confermata dalla Corte di Appello di Palermo con sentenza1503-del-2011-corte-appello-palermo che respingeva gli atti di appello sia dei difensori, che del P.M., salvo concedere le attenuanti generiche a Leonardo Barbara e ridurre conseguentemente la pena al medesimo.
Avverso la sentenza della Corte di Appello proponevano ricorso per Cassazione, il Procuratore Generale, gli imputati Barbara Leonardo e Pace Francesco e la parte Civile Comune di Erice.
La Suprema Corte con sentenza-1033-del-2012-corte-cassazione dichiarava la inammissibilità del ricorso del Procuratore Generale e rigettava i ricorsi proposti dagli imputati Francesco Pace e Leonardo Barbara.
Pertanto la sentenza diveniva irrevocabile.